Nottingham Guardian - Alcuni farmaci antidiabete riducono il rischio di demenza

Alcuni farmaci antidiabete riducono il rischio di demenza
Alcuni farmaci antidiabete riducono il rischio di demenza

Alcuni farmaci antidiabete riducono il rischio di demenza

Se usati a lungo rischio si riduce del 48%

Dimensione del testo:

Alcuni farmaci antidiabete potrebbero ridurre il rischio di demenza: infatti uno studio pubblicato dal British Medical Journal mostra che gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT-2), utilizzati per trattare il diabete di tipo 2, potrebbero prevenire la demenza, specie se il trattamento è prolungato, col rischio che viene quasi dimezzato (-48%) per usi superiori ai 2 anni. Lo studio è stato coordinato da Eun Ha Kang della Seoul National University College of Medicine, Seoul National University Bundang Hospital, a Seongnam. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, a livello globale la demenza colpirà 78 milioni entro il 2030, e il diabete di tipo 2 potrebbe aumentare il rischio di sviluppare la malattia. I ricercatori hanno utilizzato il database del Korea National Health Insurance Service per identificare 110.885 coppie di adulti con diabete di tipo 2 di 40-69 anni, senza demenza, che hanno iniziato a prendere un inibitore SGLT-2 o un altro farmaco tra il 2013 e il 2021. Tutti i partecipanti sono stati abbinati per età, sesso, uso del farmaco per il diabete e rischio cardiovascolare di base e sono stati seguiti per una media di 670 giorni per vedere chi sviluppava demenza. Durante lo studio 1.172 partecipanti hanno ricevuto la diagnosi di demenza. È emerso che il rischio di demenza si riduce del 35% tra chi fa uso degli inibitori SGLT-2 rispetto all'altro farmaco antidiabete con cui è stato fatto il confronto. I ricercatori hanno anche riscontrato una riduzione del 39% del rischio di Alzheimer e una riduzione del 52% del rischio di demenza vascolare per chi assumeva gli inibitori SGLT-2 rispetto agli altri. Si è osservata una riduzione del rischio di demenza del 48% per trattamenti con gli inibitori SGLT-2 della durata superiore a due anni. Servirebbe comunque uno studio clinico dedicato per capire se il farmaco ha un'azione diretta contro la demenza, concludono i ricercatori.

K.Cairstiona--NG