Nottingham Guardian - Niney nel Conte di Monte-Cristo, 'Dantès come Amleto'

Niney nel Conte di Monte-Cristo, 'Dantès come Amleto'
Niney nel Conte di Monte-Cristo, 'Dantès come Amleto'

Niney nel Conte di Monte-Cristo, 'Dantès come Amleto'

A Cannes nuovo adattamento Dumas firmato La Patelliere-Delaporte

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(di Giorgio Gosetti) La nuova versione de "Il Conte di Monte-Cristo" portata oggi al festival dal duo di registi Alexandre de La Patellière e Matthiew Delaporte (già responsabili del molto criticato "I tre moschettieri" lo scorso anno) ha convinto la maggior parte della critica, a cominciare da quella francese, notoriamente diffidente rispetto agli adattamenti dei capolavori della tradizione gallica. Il merito sembra in gran parte del protagonista, il trentacinquenne Pierre Niney nei panni dell'ombroso e vendicativo Edmond Dantès. Dopo autentici mostri sacri come Jean Marais e Gérard Depardieu la sua sfrontata modernità nell'interpretazione del celebre personaggio di Alexandre Dumas ha dato a tutto il film uno sprint e un'attrattiva inattesa. "In fondo - dice - Dantès è il nostro Amleto, racchiude un'infinità di personaggi in uno solo, passando dall'avventura alla tragedia ed è proprio questo che mi ha attratto nella sceneggiatura. Inoltre a me sono sempre piaciute le sfide: una volta sono stato per quattro mesi tra i pompieri per imparare il mestiere, un'altra ho fatto palestra fino a crescere di 8 chili, un'altra ho imparato il tedesco e a suonare il violino. Questa volta, tra altri momenti complicati, c'era una scena in cui mi buttavano in mare chiuso in un sacco e dovevo liberarmi sott'acqua, il tutto girato con un unico piano-sequenza che impediva di ricorrere a una controfigura. Mi sono allenato col campione del mondo per la discesa in apnea e alla fine ci sono riuscito. Come vedete sono ancora qua. Del resto sono proprio momenti del genere che ci fanno amare questo genere di storie e sono fiero del risultato". Sul tappeto rosso di Cannes Pierre Neney è stato accolto come la nuova star del cinema francese e probabilmente sarà anche più conosciuto nel mondo grazie alla serie "Fiasco" che ha ideato e interpretato per Netflix. Ma in realtà ha già una lunga carriera alle spalle come attore della Comédie Française, due volte vincitore del Premio César (l'Oscar del cinema francese), collaborazione con grandi registi come François Ozon, Nicole Garcia, Michel Gondry (con cui era a Cannes lo scorso anno). Quanto al film, vale per tutti l'opinione di Telerama: "Un film non necessario, ma complessivamente divertente e spettacolare". Sarà interessante confrontare il risultato tra pochi mesi quando vedrà la luce un altro adattamento del romanzo, questa volta in forma di miniserie coprodotta dall'italiana Palomar, diretto da Billie August e girato a Malta, proprio come la versione vista a Cannes. Nel cast il nostro Pierfrancesco Favino, giurato del concorso che presieduto da Greta Gerwig, qui nei panni dell'Abate Faria, e la franco-romena Ananamaria Vartolomei, grande promessa del cinema (L'evenement - La scelta di Anne, di Audrey Diwan, Leone d'oro a Venezia 2021).

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G.Lomasney--NG