Nottingham Guardian - A Milano in ottomila per i CCCP, tanti pezzi cult

A Milano in ottomila per i CCCP, tanti pezzi cult
A Milano in ottomila per i CCCP, tanti pezzi cult

A Milano in ottomila per i CCCP, tanti pezzi cult

'Prima era troppo presto, adesso sembra tardi ma è nostro tempo'

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"Questo Festival compie 18 anni, è quello del conseguimento della maggiore età. Quando è iniziato noi eravamo già vecchi e pensavamo di morire lì per lì e quindi non ce ne siamo accorti. Però è il diciottesimo anno, chi l'avrebbe mai detto: siamo qui a festeggiare il conseguimento della maggiore età del Mi Ami". Sono le parole con cui Giovanni Lindo Ferretti e i CCCP hanno augurato ieri sera buon compleanno al MI AMI Festival dal palco del Carroponte di Sesto San Giovanni, nel concerto che ha dato il via alla diciottesima edizione del festival. Erano oltre 8000, ieri sera, per la seconda tappa del tour 'In fedeltà la linea c'è' del gruppo che, dopo le tre date dello scorso febbraio a Berlino, ha deciso di replicare l'incontro con il loro pubblico di sempre. Ed ecco cinquantenni a pogare sotto palco sulle note di 'Spara Jurij' o 'Punk Islam', a cantare all'unisono inni generazionali come 'Curami', a lasciarsi trasportare dalla voce salmodiante di GFL e dalla chitarra di Massimo Zamboni, a sorprendersi della grazia senza tempo della 'benemerita soubrette' Annarella Giudici, che con la voce dei CCCP balla teneramente abbracciata e con l''artista del popolo' Danilo Fatur riempie il palco di un concerto decisamente più strutturato delle date berlinesi. Infinitamente più generosa la scaletta, con oltre due ore di musica che, eccezion fatta per 'Live in Pankow', passa in rassegna tutti i pezzi cult inanellati in un decennio di attività e 4 dischi, da 'Oh Battagliero' a 'Curami', da 'Emilia Paranoica' a 'Vota Fatur'. Meno empatico Giovanni Lindo Ferretti, che se a Berlino si era concesso interventi e sorrisi, anche grazie alla genialata di avere Andrea Scanzi sul palco, a Milano è sembrato più riservato. Ad Annarella il compito di portare a voce il verbo dei CCCP nel terzo decennio del nuovo millennio: "Prima era troppo presto, adesso sembra tardi ma adesso è il nostro tempo - ha scandito sul palco di Sesto San Giovanni - tra passato, presente e futuro in fedeltà la linea c'è". E lo ha dimostrato cantando con Ferretti 'Guerra e pace', mentre il pubblico - con, a sorpresa, molti 30/35enni - scandiva in coro 'Palestina libera'. Uno dei tanti momenti in cui gli 8000 sono diventati uno, fino alla chiusura con 'Amandoti', versione violino, voce e tanta, tanta emozione da parte di chi non sperava più di sentirla cantata dai CCCP.

L.Boyle--NG