

Matrimonio al convento, Michieletto al Musiktheater di Vienna
l'opera di Prokof'ev diretta da Dmitry Matvienko, dal 26 marzo
"Ho voluto esaltare l'aspetto surreale del Matrimonio al convento. È un'opera comica che racconta il viaggio del protagonista dentro un mondo fantastico. Cerchiamo quindi di renderlo ancora più efficace cambiando le dimensioni dello spazio, giocando con la trasformazione dei costumi e delle identità, e creando delle visioni che portino la narrazione su un piano immaginifico". Così Damiano Michieletto racconta la sua nuova produzione del Matrimonio al convento di Sergej Prokof'ev, in scena al MusikTheater an der Wien della capitale austriaca da mercoledì 26 marzo con repliche fino al 9 aprile. Il regista veneto torna per la quinta volta nel teatro viennese dove ha messo in scena il Trittico di Puccini nel 2012, Idomeneo di Mozart nel 2013, Otello di Rossini nel 2016 e A Midsummer Night's Dream (Sogno di una notte di mezza estate) di Britten nel 2018. Sempre a Vienna, ma alla Staatsoper, Michieletto ha portato nel 2024 con grande successo anche Animal Farm di Alexander Raskatov, dal romanzo di George Orwell. Accanto a lui sono impegnati Paolo Fantin per la scenografia, Klaus Bruns per i costumi, Alessandro Carletti per il light design, Erika Rombaldoni che firma gli interventi coreografici e Kai Weßler che cura la drammaturgia. Dmitry Matvienko dirige l'ORF Radio-Symphonieorchester Wien e l'Arnold Schoenberg Chor istruito da Erwin Ortner. Sul palco sono protagonisti Evgeny Akimov (Don Gerolamo), Petr Sokolov (Don Ferdinando), Stacey Alleaume (Luisa), Elena Maximova (La governante), Vladimir Dmitruk (Don Antonio), Anna Goryachova (Clara), Valery Gilmanov (Mendoza), Zoltan Nagy (Don Carlos), Sorin Coliban (Padre Agostino), Iurie Ciobanu (Padre Elixir), David Babayants (Padre Chartreuse), Mischa Schelomianski (Padre Benedettino) e Valentino Blasina (Lopez). Opera lirico-comica in quattro atti e nove quadri, Matrimonio al convento è stata scritta su libretto di Prokof'ev stesso e di sua moglie Mira Mendelson, tratto dalla commedia The Duenna di Richard Brinsley Sheridan, già soggetto di una ballad-opera Settecentesca di grande successo di Thomas Linley. Completata nel 1940, in pieno terrore staliniano, fu rappresentata solo in forma privata nel 1941 al teatro Stanislavskij di Mosca. Lo scoppio della guerra ostacolò la prima vera e propria che si ebbe solo nel 1946, dopo una revisione della partitura nel 1943, al Teatro Kirov di Leningrado. Ambientata a Siviglia nel XVIII secolo, la vicenda si svolge in un contesto di intrighi amorosi tipici della tradizione comico Settecentesca, cui Prokof'ev affianca una forte componente lirica.
O.Ratchford--NG